sulla riunione del 26 luglio
Introduzione
Faccio qui riferimento agli "appunti" (informali) presi dal Direttore del Dipartimento Strutture
durante la riunione "assembleare" del 26 luglio e circolati ai Direttori il 29 luglio,
e ricircolati internamente al nostro Istituto al ritorno del Direttore dalle ferie.
Essi non sono stati circolati sulle mailing list dei dipendenti e associati, ma sono
da intendere pubblici entro l'INAF. Chi non li avesse visti si rivolga quindi al
proprio Direttore per averli.
Articolo i commenti in due parti :
- qui di seguito una serie di contro-commenti (
positivi o di approvazione e
negativi o di disaccordo) sulle osservazioni
fatte dai partecipanti alla riunione del 26 luglio
- piu' oltre commenti generali, finali e riassuntivi sulla
questione dello statuto
Essi vanno ovviamente letti insieme a quelli gia' sollevati in precedenza
sulla Bozza I e sulla Bozza II
Commenti positivi o neutri
- Noto come la motivazione della riduzione dei membri degli Organi richiesta
dalla legge di riforma sia probabilmente principalmente di natura economica
(hanno in mente i CdA delle societa', con membri esterni lautamente retribuiti,
ma tale modello non e' detto applicarsi a istituzioni di ricerca ove vi siano
membri interni con incarichi "onorari").
- Relativamente alla presentazione introduttiva della
Commissione 3+3 sulla integrazione con l'Universita' in condizioni di
reciprocita' (pag. 3) sono d'accordo in linea di principio, in pratica
tuttavia mi pare finora essa sia stata attuata asimmetricamente (solo a favore delle Universita').
- Concordo con l'obiezione di Setti (pag. 5; cfr.
anche Cristiani a pag. 6 reiterato a pag. 7) contro la
presenza di due giuridico-amministrativi nel CdA.
In quanto al fatto che
un membro del CdA sia un universitario associato all'INAF, e' una possibilita',
come lo sarebbe quella di membri designati da ASI o INFN.
Tuttavia la scelta di un universitario associato all'INAF in questo contesto ha
una difficolta' di pure natura formale. Da una parte nel modello attuale, ove sono prescritti
elettorati, dipendenti ed associati sono gia' equiparati. Dall'altra la
delibera sulle associature con i suoi 6 commi presenta delle ambiguita'. E' ovvio
che dipendenti ricercatori e tecnologi ed associati della docenza universitaria
hanno ruoli consimili, ma separati da quelli di dipendenti tecnici e associati
tecnici. E' anche ovvio che ruoli non troppo diversi (p.es. elettorato attivo
ma non passivo) si possono considerare per il personale in quiescenza associato,
e per quello "precario" associato anche fino ai dottorandi, ma non certamente per
i laureandi. La cosa andrebbe chiarita in un futuro regolamento.
- Concordo anche con la osservazione di Setti (pag. 6)
sugli Uffici centrali e il coordinamento centrale. Cfr. anche Panella
a pag. 7 anche se non sono chiare le conclusioni.
- Su "Organi e organismi" e le osservazioni del Commissario (pag. 7 e 13) la
distinzione formale e' piuttosto chiara. Al legislatore importa degli Organi
perche' per lui sono quelli che costano. Ai dipendenti importa degli organismi
perche' sono quelli con cui interagisce e quindi essi gradiscono la menzione
negli statuti per vederne garantita l'esistenza. Dal punto di vista del dipendente
lo statuto ("costituzione") va insieme ai Regolamenti previsti dallo statuto
("leggi costituzionali") ed e' poco disposto a prendere "a scatola chiusa".
- Sono pienamente d'accordo con le osservazioni di
Turatto (pag. 7) a favore di un modello simil-INFN
- Sui commenti di Antonucci (pag. 8) concordo con la
preferenza per un direttore interno alle strutture, ed anche sul fatto che in
quanto a dipartimenti invece di uno ne sarebbero potuti bastare anche zero.
Purtuttavia il coordinamento della gestione giornaliera delle strutture e quello
del supporto dei progetti sono due cose abbastanza diverse.
- Sono completamente d'accordo con l'osservazione del
Commissario (pag. 9) che la rappresentativita' non dipenda dalla
natura elettorale ma dalla competenza e dall'essere parte riconosciuta
della comunita'.
- Sono completamente d'accordo con l'osservazione di
Caroli (pag. 9) che lo Statuto debba dire chi scrive i Regolamenti.
- L'idea di Saraceno di
sezioni nelle strutture (pag. 10) e' una possibilita' (da demandare ai
regolamenti, o a sotto-statuti propri di ogni struttura ?).
- Non comprendo perfettamente cosa c'entri con gli statuti
la osservazione di Ubertini sul tenure track (pag. 12) ma solleva
un problema serio e penso voglia indicare una cosa condivisibile. Il che ripropone
la questione di tutti quegli aspetti "regolamentari" e non "statutari" di cui
va detto chi se ne occupera'. Giustamente il Commissario solleva il
problema della programmazione nazionale dei posti TD su fondi esterni (da qui
pero' la necessita' di coordinare i progetti centralmente).
Commenti negativi o dubbi
- Relativamente alla presentazione introduttiva della
Commissione 3+3 sul fatto che le Strutture debbano consorziarsi per la
gestione dei grandi progetti (pag. 3) noto come in passato un Consorzio di natura
formale e' sempre stato impossibile per motivi legali (ricordo il caso di SAX,
degli istituti CNR non potevano creare un Consorzio, perche' legalmente erano
gia' la stessa cosa ... e questo varrebbe anche per le Strutture INAF). Immagino
si intenda parlare di un consorzio scientifico e di una gestione concordata dei
fondi. Questo e' certo possibile e si e' fatto con uno "steering committee" e
non ha particolari problemi per la gestione scientifica. Tuttavia ha delle
scomodita' e sovraccarichi burocratici che la costituzione del progetto in un
unico centro di responsabilita' potrebbe semplificare di molto.
- Nella stessa pagina si afferma che i comitati di macroarea restano in
carica. Pur condividendone la valutazione positiva, di fatti tali comitati
non sono dimissionari ?
- In generale una richiesta di chiarimento. In piu' punti (a partire
dall'intervento Fusi-Pecci a pag. 4, cfr. anche Pasian a pag. 8)
nelle minute si parla pro o contro
il fatto che i membri del Consiglio di Presidenza abbiano il ruolo di
"Ministri". Immagino con cio' si intenda una funzione simile agli attuali
direttori di dipartimento.
Questo puo' essere positivo.
Ma dove sta scritto ? La mia e' una obiezione di natura
formale : se sono sorti dubbi sulla interpretazione del ruolo di queste persone
vuol dire che la bozza di statuto e' incompleta. Non ci si puo' permettere che
lo statuto lasci sottinteso delle cose. Se si vuole qualcosa, va scritto (chiaro,
o in forma di framework se si vuole mantenere aperto a piu' possibilita').
- Relativamente al punto sollevato da Setti (pag. 5/6)
su quali incarichi debbano essere a tempo pieno e comportare una
aspettativa, noto che, dal punto di vista del legislatore e del ministero delle
Finanze si tratta di un falso problema, dato che comunque paga sempre lo Stato.
Relativamente anche all'intervento di Costa sulla rimozione della aspettativa
per i direttori di struttura non concordo. Dal punto di vista del personale
dell'Ente, se un dato ruolo non consultivo e' affidato a un esterno, tale
ruolo non puo' essere una sinecura o una etero-direzione, ma deve essere a
tempo pieno integrando quindi l'esterno con una permanenza regolare nell'ente
o presso la struttura. Diverso il caso di incarichi consultivi per cui
potrebbe bastare un rimborso delle spese di missione.
- Relativamente ai punti a pag. 8 sul diritto di voto del
Direttore Amministrativo secondo me tale ruolo dovrebbe comportarne la
presenza nei vari organi e consigli quale segretario senza diritto di voto, e
con un ruolo di consulenza legale e di implementazione esecutiva delle delibere.
- Sono in totale disaccordo con la proposta di Mantovani
(pag. 9) sulla creazione di macrostrutture per banda spettrale. Pur
riconoscendo le peculiarita' storiche della radioastronomia che potrebbero per
loro giustificare tale scelta, in molti altri casi tale divisione e' artificiosa
perche' da una parte le tematiche scientifiche non coincidono con le bande, e
dall'altra perche' nelle attuali strutture ci sono persone (a volte le stesse)
che lavorano in bande diverse. Se poi per ottico vs spaziale si vuole reintrodurre
la distinzione Osservatori vs IASF e' ancora peggio ...
- Non capisco bene il commento di Piro su
progetti e dipartimenti (pag. 10). Secondo me un ruolo centralizzato
(del CS ? cfr. anche Feretti) a pag. 11) nel decidere - in fase di pre-AO a
ESA, ESO o ASI -
quali progetti supportare e' necessario (specie in presenza di proposte
alternative). Una volta che il progetto e' approvato secondo me resta piu'
pratico che la gestione dei fondi sia fatta in un luogo solo, presso un ufficio
amministrativo distaccato presso la struttura del PI, anche se il personale
partecipante si trova dislocato in piu' strutture.
- Non concordo con l'idea di Saraceno di
organici di struttura (pag. 10) particolarmente se eccessivamente dettagliati
(p.es. allocazioni fisse tra le tre fasce per la progressione di carriera).
L'avanzamento di carriera dovrebbe essere unico a livello di ente, non
lottizzato per strutture. Diverso forse il caso del reclutamento (incoraggiando
lo staffing dei progetti col personale di ruolo, e considerando personale a TD
solo in casi di competenze molto specifiche per i progetti).
- Sulla obiezione di Costa al modello INFN sulla base
dei vincoli finanziari di legge, citati anche piu' sopra, noto che sarebbe
possibile venire incontro allo spirito della legge prevedendo che molti incarichi
(sicuramente il CS), attribuiti a interni, a associati o al limite anche a
stranieri, non prevedano ne' compensi, ne' retribuzioni, ne' gettoni di presenza
ma il solo rimborso delle spese di missione
- Sulle osservazioni di Setti su CS e CdA (pag. 11)
mi viene da dire che da una parte esistono questioni di "piccola scienza" che
si fanno benissimo nelle strutture (salvo l'aspetto finanziario), altre di
gestione della routine quotidiana (incluso il finanziamento della piccola
scienza) che bene o male il dipartimento strutture ha fatto ; altri aspetti
come le scelte di "grandi temi" (che non siano "progetti" nel senso indicato
sotto) sono piu' cose da Macroaree o CS ; mentre le scelte relative ai "progetti"
in senso di missioni spaziali o strumenti di piano focale richiedono una
valutazione scientifica (CS) e poi la formalizzazione del supporto. Il CdA
dovrebbe occuparsi di questa, come della formalizzazione di tutte le altre
delibere, previa "istruzione della pratica" dai livelli sottostanti.
Ha ragione Valsecchi (pag. 11) che tante delibere del CdA erano
"petty items" ma ho il sospetto che lo imponga la legge ...
- Non condivido lo schema del Commissario (pag. 13)
di un Direttore Scientifico. Il rischio e' quello di un dualismo. In
realta' non ho mai capito quegli enti che avevano un Presidente e un Direttore
Generale, ed ho sempre osservato conflitti (CNR, ASI). Il caso in cui ASI ha
avuto un Direttore Scientifico affiatato col Presidente e' una eccezione,
dovuta anche alla natura dell'ASI in cui la scienza e' un'area scorporabile
dal grosso delle altre attivita'. Ma per l'INAF che fa solo scienza, il
Presidente e' il Director of Science, e il Direttore Amministrativo
e' il suo braccio esecutivo subordinato. Se pero' si vuol dire che
sia utili avere centralmente dei "cirenei" di provenienza scientifica che
coordinino le cose, come gli attuali direttori di dipartimento, allora e'
vero. Ma non potrebbero essere i famosi "ministri del consiglio di presidenza" ?
- Sulla questione comparto universita' e ricerca
menzionata dal Commissario (pag. 14) sono tendenzialmente contrario a
riaprire una questione morta e sepolta. L'esistenza all'interno dello stesso
ente di potenzialmente 4 statuti contrattuali diversi (comparto ricerca T/A,
comparto universita' T/A, comparto ricerca R&T, stato giuridico astronomi)
e' assurdo. Non sono in grado di valutare sulle questioni delle equiparazioni
T/A (anche se l'impressione che ho e' che il sistema del comparto ricerca sia
piu' razionale ... e piu' vantaggioso per il personale). E' invece ben vero
che gli astronomi godevano di uno status di interscambiabilita' con la docenza
universitaria, ma reintrodurre una condizione privilegiata a scapito degli
R&T ex-CNR e' deleterio (avrebbe senso una unitarieta' delle posizioni di
docenti universitari e R&T di tutti gli enti di ricerca ... ma e' dai
tempi di Ruberti che ahime' non se ne parla).
- Pur concordando con l'esigenza di non continuare un
dibattito infinito
desta preoccupazione la disposizione del Commissario
(pag. 14) di non circolare la bozza finale, specie se sara' radicalmente
diversa dalle precedenti, e comunque quantomeno per informazione. Andrebbe
invece anzi esplicitata (anche per la stesura dei futuri Regolamenti) una
procedura che prevedesse il dovere di informare il personale, con la possibilita'
che questo, individualmente o collettivamente e non necessariamente secondo i
canali sindacali, sottoponesse osservazioni entro una deadline definita (una
procedura simile era stata applicata al CNR alcuni anni fa).
|
sulla c.d. "bozza I"
Introduzione
Con le dimissioni del Presidente, la nomina del Commissario, e l'avanzamento dei
lavori parlamentari si addensa all'orizzonte una nuova prossima riforma dell'INAF.
E' stato recentemente (6 luglio) circolato dai membri del locale consiglio di struttura
un insieme di documenti la cui fonte non e' nota (sul sito INAF non si riesce
a trovarli al primo colpo), di cui pertanto non riporto i link dato che tutti li
hanno ricevuti, ma che fanno riferimento al lavoro della Piccola Costituente
(o Comitato dei 3+3). Si tratta di :
- alcune linee guida per una revisione dello Statuto
- una bozza di decreto legislativo di definizione dello Statuto
- le minute della riunione del 5 luglio 2007 tra Commissario, Direttori
e Macroaree.
Quest'ultimo e' il documento piu' interessante in quanto ciascuno dice la sua
... e conclude che tutto il resto e' inconclusivo !
Framework terminologico
Non mi e' affatto chiaro che cosa si debba intendere formalmente per
"Statuto", dato che in passato esistevano solo da una parte le leggi e dall'altra
i regolamenti.
La assunzione della Piccola Costituente sembra essere stata che lo Statuto
consista nell'ennesimo Decreto Legislativo (da cui la bozza da essi preparata),
tuttavia dalle minute risulta che, secondo il Commissario, non vi sara' alcun
Decreto Legislativo (del Parlamento) ma un Decreto Ministeriale (DM).
Ritengo pertanto sia stato un inutile overshooting perdere tempo
a fare una bozza in forma di Decreto Legislativo, e trascurero' quindi gli aspetti
formali per concentrarsi su quelli sostanziali. Ritengo che l'Ente (o al limite sue
componenti, collettive o al limite individuali) dovrebbe limitarsi (che poi limitazione
non e') a fornire alla futura Commissione che provvedera' alla stesura del DM una serie
di raccomandazioni e osservazioni il piu' possibile concrete.
E' d'altra parte moderatamente chiaro il framework legislativo. Dopo
l'abbandono della bozza "fantasma" Tocci che dava totale autonomia statutaria
agli enti, quello attuale prevede un Disegno di legge di delega al Governo in
materia di riordino degli enti di ricerca che :
- dopo essere stato approvato dal Senato il 2 maggio 2007 come AS 1214
- ha adesso concluso l'esame presso la VII Commissione della Camera il
5 luglio 2007 (dopo avere raccolto i pareri delle altre commissioni). Sul
sito della Camera come
AC 2599
si trova sia il testo presentato originariamente, che i verbali delle varie
Commissioni e gli emendamenti presentati, ma NON un intero testo emendato, ne'
ovviamente quello approvato dall'Assemblea (lo stato e' indicato "in relazione").
- una volta approvata la delega, il Governo preparera' quindi uno o piu' Decreti
Legislativi. Se uno per ente, o uno "quadro" che dia norme generali per tutti
gli enti non e' quindi chiaro.
Segnalo liberamente alcuni punti :
- La Commissione Affari Costituzionali ha subordinato il parere favorevole alla
soppressione dei commi 3 e 4 dell'Art. 1 relativi alla emanazione degli Statuti,
ma non mi e' chiaro cosa cio' comporti.
- Tra gli emendamenti si parla di sostituire "riordino degli statuti" con
"riordino della disciplina relativa agli statuti" e anche qui non mi e' chiaro
cosa cio' comporti.
Rimangono, credo, i punti seguenti ...
- riconoscimento agli enti della autonomia statutaria (Art. 1 comma 1 a)
- riduzione del numero dei componenti degli organi statutari (art. 1 comma 1 d)
ma mantenendo l'esistenza di un Consiglio di Amministrazione. Allo stesso sotto-
comma non mi e' chiaro se i dipendenti dell'Ente sono esclusi dal CdA o dal
Comitato di Selezione che propone le rose di candidati al CdA.
E se tale sottocomma d si applica solo ai componenti di nomina governativa del
CdA, che possono non essere tutti e al limite zero (salvo per il CNR in cui
devono essere meta' come da sottocomma e).
Ho postato una richiesta di chiarimenti su POL-RIC e mi e' stato riportato
quanto segue attribuito a fonte governativa
Nel dibattito alla Camera (seduta del 9 luglio), il sottosegretario Modica
ha affermato:
"(...) non (...) e` stato vietato ai ricercatori di partecipare ai
consigli degli enti; questa norma non esiste. E` stata posta la regola che i
ricercatori degli enti non possano partecipare ai comitati di selezione che
scelgono la terna delle persone su cui poi il Ministro scegliera` il
presidente, ma non ai consigli degli enti, ai quali possono benissimo
partecipare (dipendera` dai singoli statuti stabilirlo)."
Riassunto delle linee guida e della bozza
... cosi' come le ho capite
- In primo luogo si introduce, a fronte di una attuale organizzazione a due livelli,
una a tre livelli.
- restano "Organi dell'Ente" come adesso, il Presidente, il CdA, il CS ed i
revisori dei conti, perche' secondo il Disegno di Legge Delega occorre
limitarne il numero. Ossia sono citati nello Statuto come Organi.
- si introduce pero' una serie di cose che non sono Organi ma vengono citate
nello Statuto, ossia
- il CD "1" (Comitato di Direzione, ComDir ?)
- il CD "2" (Collegio dei Direttori, ColDir ?)
- i comitati di Macroarea
- il Consiglio Scientifico Locale delle Strutture
- per il resto rimane cio' che e' definito "solo" a livello di Regolamento
- scompaiono i due Dipartimenti
- Il CdA viene ridotto a tre membri, uno ministeriale, uno del CS e uno del
ColDir.
- Il CS viene artificiosamente "ridotto" a "non piu' di 12". Restando 12
sarebbero 5 coordinatori di macroarea ex officio, 4 (meta' dei rimanenti 7)
eletti, e 3 dal CdA.
- Il ComDir, oltre al Presidente e al Direttore Amministrativo, vede altri
4 membri (2 dal CS e 2 dal ColDir, non e' chiaro se incompatibili o no con
l'essere membri di CS e ColDir stesso)
- Nelle linee guida si afferma che unici centri di spesa sono le strutture di
ricerca (ora sarebbe possibile che un grosso progetto, tipo una missione
spaziale o uno strumento di piano focale, lo fosse).
Commenti
- Organi e non organi. Non e' un punto debole a fronte della direttiva di
"ridurre il numero" quella di voler inserire nello Statuto cose che potrebbero
restare definite nei regolamenti ?
E poi, come stava scritto sulla porta di qualcuno in via Celoria, citando il
Porta
"se droeuven i orghen per organizza'"
- La scomparsa del nome dei Dipartimenti "in numero massimo di due" come recitava
il vecchio DL aggiustato da quello CNR non puo' venire rimpianta, ma il venire a
mancare di due figure centrali di coordinamento di Strutture e Progetti desta
preoccupazione.
Forse sarebbe piu' semplice prevedere un ComDir ristretto con i "decani" del
ColDir e delle Macroaree ?
- Resta da chiarire se i membri del CdA possono essere interni (e se si' allora
non potrebbero essere ex officio gli stessi presidenti, coordinatori o delegati degli
"organetti" di piu' basso livello senza inutili incompatiblita' ?
oppure venire proposti direttamente dalla base senza barocche strutture a n strati ?
-
Non mi pare positivo in termini di efficienza perdere la possibilita' che un
grosso progetto plurisede possa essere centro di spesa che gestisce direttamente
i fondi propri
- Mi pare eccessivo il puntare a una "Confederazione delle Strutture Indipendenti"
(che nella miglior tradizione post-sovietica poi va a detrimento delle autonomia
dei progetti), con una perdita di coordinamento, che potra' anche essere stato
male impiegato, ma e' meglio del caos.
- Rimango del mio parere che il grosso dei problemi passati e presenti non siano
stati dovuti agli statuti preesistenti, ma in massima parte alla carenza di
fondi e alle normative burocratiche che non sono state alleggerite.
- Il rischio e' di presentare una struttura barocca, proposta da una comunita'
che si presenta come divisa e incline alle divisioni, e mancante di quella
efficacia che viene detto avere il "mai riformato" INFN.
Ho fatto una rapida lettura della struttura dell'INFN come illustrata
sul loro sito e ho
scoperto che :
- l'atto istitutivo dell'INFN e' un decreto del Presidente CNR del 1951 ;
il loro Regolamento Generale e' del 2001.
- il loro Presidente e' nominato dal loro Consiglio Direttivo (CD) tra dirigenti
di ricerca interni o ordinari "associati" all'Ente, come del resto per i
Direttori di "struttura" (applico i termini INAF per semplicita')
- I loro organi sono Presidente, CD, Giunta Esecutiva, revisori dei conti ;
le Commissioni Scientifiche Nazionali (ossia "macroaree") sono un "organetto"
citato nello "statuto" ma non come "organo"
- Il CD comprende i Direttori di struttura, 2 membri di enti esterni (CNR e ENEA),
2 membri MURST e 1 Ministero Industria, 2 soli membri eletti (uno dai ricercatori,
uno da tecnologi, tecnici e amministrativi) ed inoltre comprende e elegge
i 4 membri della Giunta
- Le Commissioni "di macroarea" sono formate dai "coordinatori locali" di
macroarea di ogni struttura
- Ogni struttura ha un Consiglio in cui ci sono gli stessi "coordinatori locali",
2 eletti dai ricercatori, 1 dai tecnologi, 2 da tecnici e amministrativi, ed
eventuali esterni di "centri collegati"
Direi che pare meno barocco, rappresentativo sia del personale che delle realta'
locali, pur senza eccesso di elezioni ...
... e dicono funzioni.
Mentre quindi per una eventuale modifica immediata dei Regolamenti per migliorare
l'operativita' potrebbe essere opportuno implementare il
Mutamento Minimo Necessario (ben noto ai lettori di
Asimov), trattandosi della
ennesima riforma degli statuti, si sarebbe potuto volare alto e
proporre qualcosa come segue (noterete comincio dal basso). Non lo prendo troppo
seriamente, e' solo un esempio, basta che sia semplice e rappresentativo
e quindi lo scrivo in caratteri piu' piccoli ...
... chi non ci vede ingrandisca il tutto nel suo browser ! :-)
- La ripartizione dell'Ente da una parte in Srutture Territoriali, Strutture Tematiche
e Strutture Operative, che spiego meglio sotto, e dall'altra in Macroaree (su
cui poi si potrebbe valutare se quelle attuali, specie la 5 trasversale, siano
adeguate o richiedano aggiustamenti).
- I ricercatori e tecnologi afferirebbero come ora a una o piu' macroaree ai fini
della ricerca, ed avrebbero sede di lavoro e/o di servizio presso una Struttura,
salvo comandi all'estero o presso altre organizzazioni di ricerca.
Il personale tecnico-amministrativo avrebbe afferenza indifferenziata e sede
come sopra
- Il personale aggregato (attualmente detto "associato") avrebbe analoga
afferenza, ed inoltre potrebbe avere aggregazione indifferenziata o presso
una sede. Nel primo caso potrebbe solo partecipare alla programmazione
scientifica (elettorato delle Macroaree), nel secondo anche a quella della
specifica Struttura a cui sarebbe aggregato (l'aggregazione potrebbe anche
avvenire per intere istituzioni, p.es. un dipartimento o gruppo universitario
presso una Struttura vicina)
- Le Strutture Territoriali equivalgono alla maggior parte delle attuali sedi
di osservatorio o istituto, che svolgono ricerca in settori diversi.
- Le Strutture Tematiche possono essere legate a una "grossa" tematica disciplinare
(non so se questo venga incontro alle esigenze dei radioastronomi) e quindi
essere permanenti, ed articolate in Sezioni su piu' sedi. Oppure essere
legate a un progetto (missione spaziale, strumento di piano focale) e quindi
temporanee, con propria gestione unitaria dei fondi, ed eventuale personale
assegnato ad esse, ma ospitate presso piu' Strutture Territoriali.
- Le Strutture Operative possono essere grandi o piccole, situate all'estero
o in Italia, ed essere dotate di personale di ricerca proprio o solo di
personale con funzioni operative. In linea di principio andrebbero considerate
"stazioni osservative" afferenti come Sezioni a una data Struttura Territoriale,
salvo il caso di grandi strutture tipicamente situate all'estero.
- Un caso particolare di Struttura (Operativa o Tematica ?) e' rappresentato
dalla Amministrazione Centrale con i suoi vari uffici, alcuni dei quali
potrebbero anche essere rilocate presso una Strutture Territoriale.
- Le Strutture Territoriali e le grandi Strutture Tematiche e Operative (che
non siano Sezioni o Progetti), a eccezione della Amministrazione Centrale, avrebbero
un Consiglio di Struttura, di cui sarebbero membri ex officio i Coordinatori
Locali di Macroarea (che andrebbero scelti dagli afferenti locali purche' in
numero superiore a un minimo), alcuni membri eletti dal personale, ed
eventuali rappresentanti delle entita' esterne aggregate "in blocco".
- Tali strutture avrebbero un Direttore nominato normalmente tra i Dirigenti di
Ricerca (o Astronomi Ordinari) locali o i Professori Ordinari (o DR di altri
enti) aggregati alla struttura stessa (nel seguito "dirigenza scientifica").
- I responsabili delle Strutture di livello piu' basso sarebbero o nominati
all'interno della Struttura di cui sono Sezione, oppure dal CdA per presa
d'atto del PI del Progetto a seguito della sua approvazione.
- Le Macroaree avrebbero come ora un loro Consiglio con un Coordinatore.
Il Consiglio sarebbe formato dai coordinatori locali. Un Coordinatore centrale
o "decano" delle Macroaree
sarebbe scelto dal Consiglio (non necessariamente tra i soli membri) e
surrogherebbe l'attuale direttore del dipartimento progetti.
- Il Consiglio di Ente (CS ?) sarebbe formato dai Direttori di Struttura, da
un numero limitato (1-2) di membri eletti, da eventuali rappresentanti di
altri enti (1 ASI 1 INFN) e da 1-2 eventuali membri ministeriali.
Fatti salvi questi ultimi, i rimanenti componenti sarebbe dunque interni o
aggregati all'ente.
In qualche modo si dovrebbe trovare una figura (non necessariamente coincidente
con chi presieda tale Consiglio) che faccia le funzioni dell'attuale
direttore del dipartimento struttura.
- L'Organo Esecutivo con funzione di CdA potrebbe comprendere oltre a un
eventuale membro di nomina ministeriale, ex officio i due coordinatori
centrali delle macroaree e delle strutture, ed il Direttore Amministrativo
quale segretario.
- Fatta eccezione per quest'ultimo, i membri del CdA e il Presidente dovrebbero
comunque avere una esplicita competenza scientifica, e quindi scelti o tra
la dirigenza scientifica interna, o tra i professori ordinari della materia
(si presume aggregati all'ente),
o tra esperti stranieri di chiara fama nella materia.
|