Riflessioni
gelidamente invernali
su non un'altra riforma dell'INAF
Con le referenze citate sotto avevamo completato le quattro stagioni
... e adesso iniziamo la quinta !
Lucio Chiappetti -
IASF Milano (ancora per 10 mesi :-) )
- febbraio 2006
Vedere anche in ordine cronologico inverso le referenze di
aprile-dicembre 2004 (sulla riforma INAF),
giugno 2003 (su INAF),
febbraio 2003 ("riforma Moratti"),
novembre 1999 (su CNR),
agosto 1999 ("riforma Berlinguer"),
e dicembre 1997.
Come risulta dalle referenze di cui sopra, avevo riposto molte speranze nella creazione
di un ente unico per la ricerca astrofisica italiana (per quanto avessi dei dubbi su
alcuni aspetti pratici della ispirazione "governativa"). Devo dire che tali speranze
sono state piuttosto deluse ... nonostante il fatto che INAF (a differenza del CNR
da cui provengo) abbia ricevuto un Presidente valido e che e' "uno di noi" e si sia
data dei Regolamenti decenti, senza quelle assurdita' come le "commesse" del CNR.
Altrimenti detto, le cose potevano andare meglio, anche se sono lieto di non essere
dove sono andate peggio (ossia di non essere restato al CNR).
Da tempo volevo buttare giu' qualche ulteriore considerazione, e prendo lo
spunto dal documento originale
di Badiali, Orsini, Saraceno & Spinoglio (hereafter BOSS1) e dalla
sua seconda stesura (hereafter BOSS2).
In particolare usero' due colori distinti per differenziare
in rosso i commenti al documento BOSS, e
in verde delle considerazioni pratiche ed estemporanee.
- Una prima reazione al documento BOSS e' senz'altro
"noo, un'altra riforma noo !" Infatti gli svantaggi pratici di
questa serie di continue riforme dovrebbero essere evidenti a chiunque le ha
vissute da dentro (come risulta anche da alcune delle referenze sopra).
- Relativamente al cappello iniziale del BOSS si
fatica a capire la rilevanza di un tale blurb generale alla situazione
specifica INAF. Si presuppone voglia essere una forma di captatio benevolentiae
verso i "politici" ...
- ... a questo proposito si impone una considerazione di
timeliness. Pare ovvio che non si possano rivolgere le stesse considerazioni
ai politici di centro-destra o di centro-sinistra (in un caso in probabile continuita'
e nell'altro in possibile opposizione alle linee ispiratrici dell'ultima riforma)
per cui forse sarebbe meglio non dire gatto finche' non l'hai nel sacco
ed aspettare dopo le elezioni
- Chi/cosa riformare ? La considerazione iniziale della
seconda sezione (meta' pagina 2) di BOSS1 e' senz'altro condivisibile
tuttavia la mia opinione da lungo tempo, come
risulta dalle referenze di cui sopra, e' che una riforma a livello legislativo
ha senso solo se e' unica ed uniforme per tutti gli enti di ricerca (anzi
idealmente per enti di ricerca ed universita', o quantomeno quella componente
universitaria che, come noi, fa "solo" ricerca).
Da questo punto di vista potrebbe servire e bastare una legge "quadro" che dica
che gli enti di ricerca sono unidisciplinari (risolvendo la schizofrenia
delle ultime riforme tra i casi INFN (preesistente e sopravvissuto), INGV e INAF (creati da due
diverse tornate con una estrazione parziale dal CNR), CNR (non splittato in toto ut debuit)
ed INFM (addirittura riassorbito nel CNR)), dia un quadro base degli organi a cui gli enti
debbano ispirarsi nei loro statuti, e differisca tale riorganizzazione alla
futura scadenza degli organi attuali.
- Il terzo paragrafo della seconda sezione (a pag. 2) di BOSS1,
quello che inizia con Autogoverno pare una ulteriore captatio
benevolentiae ai politici. Ma nel caso dell'INAF e dell'astrofisica che
cosa vuol dire in pratica ?
Per me i politici possono solo dire (in base a considerazioni piu' o meno
arbitrarie) tot MEur all'astrofisica, tot alla medicina e tot alla
paleontologia dei monotremi. Dopo di che deve essere l'INAF a dire
tot per il sole e tot per la cosmologia, o tot per i proposal osservativi
e tot per la strumentazione di piano focale o i payload dei satelliti.
E tantomeno non possono essere i politici a scegliere quale strumento di
piano focale del VLT sviluppare, o se fare un satellite gamma o IR !
- Nella sottosezione "2.1" (a pag. 3 di BOSS1) si descrive
la organizzazione attuale dell'INAF come discende dalla legge e dai
regolamenti attuali.
Non mi pare che quasi nessuno dei problemi attuali
derivi propriamente e strettamente dalla struttura della legge.
- Una cosa criticabile nella legge (come risulta dalle passate referenze) e'
la famosa previsione del "massimo di due dipartimenti" che e' stata una banale
copiatura dalla legge CNR fatta dai famosi esperti esterni della Moratti, che
hanno ridotto il numero del "grosso" CNR
al minimo possibile per il "piccolo" INAF. Non potendo tali dipartimenti
essere sensatamente divisi per disciplina o lunghezza d'onda o problematica
(due non sarebbero bastati), si e' scelta una soluzione meno peggio (indubbiamente
da una parte c'e' da garantire la gestione logistica delle strutture
territoriali che fanno la ricerca di base, e dall'altre pensare alle strutture
operative, stazioni osservative, missioni spaziali, strumenti e progetti
strumentali).
Tuttavia questo indica che e' opportuno avere il meno
possibile fissato per legge e il piu' possibile in statuti interni : per
questo come non vedo bene i dipartimenti "per legge", tantomeno vedo bene
le macroaree "per legge" (pag. 4 del BOSS1)
- Mi pare che buona parte dei problemi del "nuovo INAF" non trovino la loro
origine nella legge, e nemmeno nella cattiva volonta' di alcuno, ma derivino
da problemi oggettivi ed esterni, quali la mancata disponibilita' di fondi, di
risorse di personale, o dell'inefficienza dei canali attraverso cui essi
giungono (cfr. ASI)
- Una altra parte di problemi sono di tipo burocratico (da questo punto di
vista la pur vituperata burocrazia centrale del CNR mi pare ultimamente per
alcune cose funzionasse (penso p.es. all'annuario del personale) o garantisse
una certa uniformita' di gestione (penso p.es. allo schema dei bandi del CNR
rispetto a quelli INAF ... sono rimasto esterrefatto a vedere bandi di borse
tutti diversi tra loro con i criteri piu' diversi fino al concorso per titoli
e seminario) ... mentre quella INAF - a differenza di quanto mi dicono sia
avvenuto per la costituzione dell'INGV - stenta a decollare).
- ... ma d'altra parte nessuna delle varie riforme "per legge" ha mai affrontato
lo snellimento burocratico (dal "grosso" problema di poter portare in modo
semplice i fondi non spesi da un anno al successivo, al banale problema di
poter andare in missione con un biglietto prepagato dall'istituto - come
succedeva al CNR di oltre dieci anni fa - o con l'anticipo in valuta consegnato
brevi manu da una segretaria - come succedeva quando stavo all'ESA)
- Da ultimo di certo non giova il fatto che ogni stupida cosa debba passare
dal CdA, ne' il fatto che il CdA stesso sia composto da esterni che in buona
parte non hanno mai visitato le Strutture ed interagito col personale.
Forse l'unica cosa che andrebbe considerata sarebbe o
la previsione di una composizione del CdA da parte di interni (autogoverno)
o la abolizione del CdA stesso da sostituire p.es. con una giunta esecutiva
estratta dal CS (un vecchio modello CNR che alla fin fine funzionava).
- Relativamente alle proposte di cosa cambiare
nella sez. "2.2" (pag. 3-5) di BOSS1, si fatica a vedere grosse differenze
con la situazione attuale. Per quanto attiene ad alcune delle possibilita'
introdotte ex-novo nella versione BOSS2, mi paiono addirittura peggiorative.
- sulla non-necessita' di avere le macroaree "per legge" ho detto sopra.
- quindi anche la previsione (pag. 5 di BOSS2) di un ulteriore comitato (CTS)
che sostituisca la macroarea 5 e il Dipartimento Progetti mi pare, oltre che
non sufficientemente meditata, inadatta ad essere stabilita "per legge". Cose
come queste andrebbero lasciate agli statuti interni dell'ente, o meglio ancora
a practices che si possano adeguare con flessibilita' alle esigenze
senza ingessarsi a priori.
- per il resto viene indicata (giustamente) una esigenza di maggior
"partecipazione" che viene piu' o meno tradotta in "meccanismo elettivo".
Non sono certo che tale meccanismo, rispetto ad altri (dalla nomina alla
estrazione a sorte o a turno) sia necessariamente il piu' efficace, o non
soggiaccia piuttosto all'effetto Bencio da Uppsala [Nome della Rosa,
Quinto Giorno, Vespri] (come parrebbe dalle
recenti vicende del Consiglio Scientifico, dei missi dominici, di
INAF-sysop e CCRA, dei bandi ASI, macroaree next ?)
La partecipazione si garantisce meglio da una parte con una puntuale informazione
e discussione, e dall'altra accertandosi che nei vari organi la rappresentanza
sia totalitariamente di "addetti ai lavori" e quantomeno in forma
maggioritaria e prevalente di "interni" all'Ente (inclusi in questi
eventualmente i colleghi universitari di quelle sedi integrate a livello di
co-locazione o di storica e continuata collaborazione).
- Al punto sulle strutture non vedo la necessita' di prevedere una
selezione internazionale per la scelta dei direttori. Devo dire di non
avere mai ben capito ne' condiviso questa linea dell'amoveatur ut promoveatur.
Mentre la selezione internazionale mi pare adeguata per posizioni di alto o
altissimo livello (come Presidente e Direttori di Dipartimento), per entita' di
importanza minore da un lato, e fortemente legate ai team locali dall'altro,
mi parrebbe piu' adeguato prevedere l'estrazione (o la turnazione a breve)
dei Direttori di Struttura
(salvo casi straordinari) dal personale (INAF e associato) della Struttura
stessa.
Il problema della mobilita' anche temporanea (l'avere
la persona giusta al posto giusto per quel particolare progetto o attivita') non
riguarda particolarmente i direttori, e si risolverebbe meglio con un meccanismo
di relocation allowances (ma nuovamente ... e' un problema di fondi).
- Nel documento BOSS2 in cima a pag. 6 si accentua in modo esagerato e
per lo piu' inappropriato l'autonomia delle singole strutture, p.es. dove
si prevede una gestione del personale autonoma (si vuol dire concorsi
e assunzioni ? ma con quali risorse ?) ed ai progetti nazionali ed
internazionali. Personalmente la funzione che mi sarei aspettato dal "nuovo
INAF" sarebbe stata, per quanto attiene al reclutamento del personale, simile
a quella svolta in passato dal Comitato Fisica del CNR, ma in maniera unitaria
per tutto il settore disciplinare, ossia da fungere da camera di compensazione
per le richieste delle singole strutture. In quanto ai progetti, avrei visto
bene che un "grosso" progetto (penso ad esperienze passate come il satellite
BeppoSAX, l'esperimento EPIC o lo strumento VIMOS tra quelle che ho conosciuto
direttamente) avesse una sua autonomia gestionale (come centro di spesa,
come mi pare gli attuali regolamenti prevedono), che gli venisse allocato del
personale amministrativo-secretariale da una pool comune (come all'estero e'
prassi corrente), che si favorisse la mobilita' temporanea del personale
scientifico in una sede comune di progetto.
- Il punto sulla valutazione esterna (pag. 5 di BOSS1) non mi e' chiaro
in cosa differisca dalla situazione attuale (CIVR e Comitato di Valutazione),
salvo forse nel voler indicare una certa ridondanza tra i due ?
Personalmente mi pare ovvio che i visiting committee
o le altre forme di referaggio e valutazione siano totalitariamente esterne
(ossia in pratica straniere). La controparte di cio' dovrebbe essere che tutte
le forme di gestione ed indirizzo (da CdA a CS ecc.) dovrebbero essere invece
rappresentative della realta' interna dell'Ente (staff e associati).
- A proposito della nota conclusiva (a pag. 5 di BOSS1,
spostata a pag. 7 in BOSS2)
sui presunti accorpamenti arbitrari di strutture, inviterei i
colleghi a non esprimere pareri generali in materia quando le situazioni
locali possono essere molto diverse tra loro.
Almeno nelle situazioni di Milano, Torino e Palermo un accorpamento consente
a strutture medio-piccole di raggiungere una certa massa critica. Diversa puo'
essere la situazione a Roma (sovra-critica) o forse a Bologna.
Inoltre sicuramente a Milano (e forse a Palermo e in parte a Roma) vi sono
notevoli affinita' tra le linee scientifiche delle diverse sedi (o di alcuni
team in esse).
Peraltro Milano presenta invece l'anomalia di una sede (di una struttura
del vecchio INAF) notevolmente distante dalle altre due.
Mentre una delle istituzioni bolognesi (IRA) ha una marcata caratteristica
disciplinare con piu' sedi operative sul territorio nazionale.
Personalmente avrei gradito che il problema della
razionalizzazione delle strutture (doverosa) fosse stato affrontato da subito
quando i poteri commissariali avrebbero consentito una rapida definizione.
Ed in ogni caso che venisse affrontato sentite le esigenze del personale locale ...
...e non considerando di poter fare una unificazione a costo zero e in modo
uniforme per tutte le sedi.
Infatti una unificazione ha senso ed efficacia (nei luoghi ove ha senso) solo
se e' una unificazione fisica in una sede comune (il che comporta tempo
e soldi, soprattutto soldi)
Volendo effettuare delle unificazioni fittizie "ad interim" (in attesa
di una sede comune) non andrebbe escluso di considerare statuti "personalizzati"
per sede (cosa non esclusa dai Regolamenti), p.es. mutuando la organizzazione
della Struttura in Sezioni (secondo il modello gia' usato al CNR ma che ha piu'
probabilita' di funzionare tra sedi distanti 5 o 30 km di quanto lo avesse tra
sedi distanti 1200 km).
- A proposito della componente universitaria (pag. 6-7 di BOSS2), mi
pare che il punto (3) (essere relatori di tesi di laurea e dottorato) non sia
mai stato messo in discussione.
I punti 1, 2 e 4 sono da valutare positivamente (ma andrebbero trattati in
modo uniforme per tutte le discipline, non solo per l'astrofisica).
Infine nella figura finale di BOSS2 compaiono surrettiziamente (senza che
vi sia spiegazione nel testo) dei "Reparti INAF presso le Universita'" che
sembrano voler re-introdurre i deprecati "Centri" CNR del passato.
Ci si domanda quale ne sia la necessita' quando in almeno 6 casi su 12 esiste gia'
una stretta interazione, compresa la co-locazione, tra Osservatori e
Dipartimenti Universitari di Astronomia. Ove questa colocazione non esista,
si tratta o di casi complessi (con diverse universita' nella stessa citta' o area)
o di casi in cui o la struttura INAF, o la struttura universitaria siano
medio-piccole (in 1 caso non vi e' neppure una struttura universitaria), o
comunque in cui la componente astronomica sia fortemente minoritaria ... p.es.
non vi e' un dipartimento astronomico ma solo alcune persone in quello di
fisica). Questo non esclude che vi sia o vi sia stata in passato una
collaborazione (a livello personale) tra universita' e Osservatori o Istituti
ex-CNR). Tuttavia la creazione di nuove piccole strutturine parcellizzate non
sembra andare nel senso di una razionalizzazione e di un rafforzamento ed e'
in controtendenza con l'accorpamento delle strutture INAF della stessa citta'
per portarle oltre una minima massa critica.
sax.iasf-milano.inaf.it/~lucio/WWW/Opinions/inaf06.html
:: original creation 2006 feb 27 15:17:04 CET ::
last edit 2006 Feb 27 15:17:04 CET