Ritengo opportuno estrarre (tutti) i punti dalle varie scalette e riordinarle (ed eventualmente raggrupparle) per categoria secondo la struttura degli articoli dello Statuto (esistente e bozza 2007) in modo da costituire un punto di partenza organico per una discussione pubblica.
I punti delle varie scalette sono presentati itemizzati (riportandoli alla lettera)
con un codice di referenza che ne indica la fonte, preso dall'elenco sottostante.
Trattandosi di materiale che in una forma o nell'altra e' stato reso pubblico entro
qualche subset dell'INAF, ritengo di non compiere alcuna violazione della privacy
mettendo disponibili dei link (con questo look) ai
testi dei vari documenti listati nelle "Referenze" (link accessibili solo dai
dominii INAF).
Le mie personali opinioni
appaiono su sfondo di questo colore e
possono essere fatte
o
clickando sull'apposito bottone :
.
Se siete interessati alla lista di punti e non alle mie misere idee, fatele sparire !
Tali attivita' sono state perturbate da quelle legate alla manovra finanziaria del governo
Tecnicamente/legalmente qualsiasi cosa si proponga oltre CdA e CS non puo' essere un
organo perche' secondo il decreto di riordino (o la sua mentalita' ragionieristica)
questi vanno ridotti, semmai un organismo.
Va presentata furbamente come una riduzione di costi (p.es. se sono tutti interni,
se non sono retribuiti, se sostituiscono i direttori di dipartimento ...)
Non mi e' chiaro comunque se la ipotetica Giunta debba essere emanazione del solo collegio
dei direttori, o di entrambe le "linee" (strutture e progetti). Meglio la seconda.
E nemmeno se i membri della Giunta debbano essere estratti dai membri ex-officio degli
organi od organismi sottostanti, oppure da essi nominati e cooptati. Mi parrebbe
p.es. problematico se un direttore, in quanto membro ex-officio del CD, fosse anche
"piu' bello degli altri" ed entrasse nella Giunta.
In realta' per quanto riguarda i direttori di struttura l'art. 12 del Decreto impone
il ricorso a "procedure comparative" (concorsi ?), il che sinceramente mi sembra
eccessivo visto il ruolo che hanno e che secondo me sta bene che abbiano. Avrei
preferito una possibilita' di dover indicare il direttore di una struttura preferibilmente
tra il personale di livello adeguato della struttura stessa o eventualmente quello
associato alla struttura stessa, magari con una rapida turnazione.
Ma forse una commissione di selezione come quella attualmente in uso ai sensi
dell'Art. 19 del ROF (magari che prevedesse anche una consultazione del "gradimento" del personale
come facevano i membri vigilanti del Comitato Fisica ai tempi del CNR) potrebbe
essere consistente col Decreto di riordino.
Quanto detto sopra sul personale interno, dovrebbe fare
eccezione per le strutture temporanee operative all'estero dove la scelta
andrebbe fatta puramente in base a competenze tecniche.
Per quanto riguarda eventuali consigli di struttura, non ho una forte opinione in materia, ma un arrangiamento simile a quello che esisteva al CNR con i consigli scientifici di istituto potrebbe essere accettabile.
Insisterei sull'avere comunque un minimo di due membri del CdA interni all'ente (che siano tutti e soli i membri eletti, oppure uno eletto e uno nominato, dipende dal peso che si da' agli associati tra i membri nominati)
Inviterei inoltre a non sottovalutare la presenza di membri interni all'ente nel comitato di selezione per i membri nominati (c.d. art. 7bis)
Direi che vanno separati due fatti, ossia la provenienza e la nomina.
La provenienza puo' essere interna (personale dell'ente), semi-interna
(personale attivamente associato all'ente) o esterna. Tenderei ad escludere
assolutamente una componente esterna, mentre bilancerei quella tra interni e
associati a favore dei primi.
La nomina puo' avvenire per elezione (e mi sembra che le modalita' dell'attuale
CS vadano piu' o meno bene e per il nuovo CS e per i due del CdA di cui sopra) ma
potrebbero anche esserci membri di diritto, p.es. se si ripescassero le
macroaree ed i relativi coordinatori.
Pero' (soprattutto se le macroaree venissero ad avere un ruolo nel CS, ma anche in
generale) eviterei di avere l'obbligo di voto entro la macroarea di appartenenza
(ossia gli elettori possono votare qualunque candidato).
Per fare degli esempi:
L'attuale dicotomia nei due dipartimenti (Strutture e Progetti) e' indubbiamente
un po' artificiosa (e secondo me discende da un misunderstanding ai tempi del Decreto
Moratti che impose, copiando improvvidamente dal CNR, "un massimo di due dipartimenti"),
ma nella pratica e' venuta ad avere un suo senso.
La pura scomparsa del Dipartimento Progetti lasciando un solo Dipartimento Strutture
rischierebbe di creare quelle situazioni conflittuali tra due ruoli (tipo presidente e
direttore generale) che in tanti altri contesti (p.es. ASI ma anche non scientifici,
si pensi alla RAI) non ha mai dato esiti positivi.
Secondo me le strutture territoriali (permanenti) sono la sede di lavoro tipica che fornisce l'infrastruttura di base per il lavoro di tutti i giorni (a queste si aggiungono le strutture operative tipicamente all'estero, TNG, LBT ma forse anche ASDC ?), ma i grossi progetti (tipicamente i payload di satelliti o gli strumenti di piano focale di un telescopio) dovrebbero avere una autonomia finanziaria e amministrativa "structure-like" ... nel senso che il PI dovrebbe firmare (telematicamente) tutti gli ordini (anche se il personale scientifico fosse in diverse strutture) appoggiandosi a personale ammistrativo, anche dedicato a tempo parziale, della struttura tipicamente di appartenenza.
Dei ruoli centrali di coordinamento tra le strutture, e di coordinamento della distribuzione delle risorse tra i progetti (ed anche di una scelta preventiva tra vari progetti), sulla linea di quelli degli attuali dipartimenti, andrebbero mantenuti.
Pero' eviterei una eccessiva "progettificazione". Per me un progetto e' tipicamente un grosso progetto strumentale (un payload, un telescopio, uno strumento di piano focale, un data centre). Non e' un progetto un proposal di osservazione o una survey o qualunque altra piccola o media attivita', che dovrebbe fare parte della routine quotidiana della ricerca di base.
In questo ambito invece andrebbe riconsiderato se resuscitare le macroaree ed i relativi comitati, e se legarli in qualche modo con degli automatismi alla composizione del CS ed eventualmente a un dipartimento (progetti ?).
Sarei decisamente per evitare l'ennesima "riforma rivoluzionaria" (o magari "riforma rivoluzionario-conservatore" per aumentare l'ossimoro), che vuol dire un periodo di transizione in cui non funziona quasi piu' niente, perche' sono cambiate tutte le regole.
Quindi sarei per aggiustare l'esistente (che mi sembra nella linea della "bozza 2007"), e ove possibile cercare anche di prevedere norme transitorie "smooth". Magari nella mia proposta di Art. 22 nella mia sinossi degli statuti ho esagerato contra legem ma io terrei in carica tutti gli organi (dal presidente ai direttori a una quota di CdA e CS) fino alla naturale scadenza e li rinnoverei secondo il nuovo statuto solo dopo !
Per snellire l'esistente intendo solo dare poche norme chiare e non cercare di fotografare, seppur accuratamente, tutte le cose come vengono fatte (che mi sembra l'errore che e' stato fatto nel nuovo Regolamento del Personale, quello deliberato dal CdA e messo in mora dal Ministero).
Snellimenti piu' concreti e piu' utili alle cose concrete e operative (dai DURC ai tempi per nominare una commissione o emettere un bando, ai cavilli sollevati dai revisori dei conti) sarebbero indubbiamente belli, ma dubito molto che gli Statuti siano il modo per ovviare a questi problemi !
Per quanto riguarda i rappresentanti di altri enti questo non puo' essere deciso in modo unilaterale, ma andrebbe concordato con le altre commissioni costituenti degli altri enti. Inoltre il ministero potrebbe non gradire (il decreto taglia gli esterni all'INFN) a meno di farla passare come a costo zero ...
Per quanto riguarda la deroga alla incompatibilita' dei direttori di sedere in commissione non ne sono convinto, dato che, nei casi di reale interesse locale per un progetto specifico, possono comunque nominare il responsabile locale.
Da un lato ormai sono tutte strutture uguali, e giustamente gia' la bozza 2007 ne prendeva atto rimuovendo tutte le diciture separate dello statuto/decreto originario.
Se poi volesse dire una unificazione vera (in una unica sede) laddove nella stessa
citta' esistono piu' strutture, che magari fanno lavori affini, e per cui non esistano
controindicazioni di "dimensione eccessiva", credo che la cosa sarebbe benvenuta, ma
non e' materia in cui gli Statuti servono granche' ... per fare queste unificazioni
serve una sede, per una sede servono dei soldi (tanti anche se una tantum) e
statuta non dant panem.
Per cui al massimo gli statuti potrebbero limitarsi a non vietare, o incoraggiare,
la futura fusione di strutture. Un po' pochino ...
Diversa e' la cosa per quanto riguarda i progetti (i grossi progetti, come detto
sopra). Qui da un certo punto di vista una selezione competitiva, soprattutto in
scarsita' di risorse, avrebbe il suo senso ... salvo che in molti casi le selezioni
de facto avvengono altrove (ESA, ESO o ASI).
Potrebbe pero' essere opportuno avere un parere preliminare dell'ente, nel senso di
garantire o negare una lettera di intenti o di supporto in una fase precedente.
Ma i progetti sarebbero generalmente multi-struttura (anche se la "struttura del PI"
(o del project office) dovrebbe essere in qualche modo "piu' bella"). In un mondo ideale
dovrebbe anche essere possibile incentivare (economicamente) il trasferimento
temporaneo del personale da una struttura all'altra per il supporto di un progetto.
Ed ancora ... l'organigramma con uffici e servizi, del tipo di quello riportato a INAF one click, va scritto negli statuti, o no ? Al momento non lo e' ... e forse e' meglio.
Mi preoccuperei molto di piu' e della scomparsa di un autonomo comparto ricerca nella
contrattazione, previsto dal decreto Brunetta, e del cambiamento nelle progressioni
di carriera universitarie (l'abilitazione) previsto dalla riforma universitaria.
Noi scriviamo pensando alle tre fasce e al comparto ricerca, e poi spariscono il comparto
e anche le fasce dall'universita'...
In ogni caso si individua qui come degno di interesse il Regolamento del Personale
e le norme per i concorsi.
Non mi e' chiaro quanto spazio ci sia, stante la recente approvazione da parte del
CdA di un nuovo Regolamento del Personale che potrebbe venire ripresentato al Ministero
insieme ai nuovi statuti, per delle reali modifiche a tale testo (che comunque non e'
inaccettabile).
Tuttavia, tanto per parlare magari a vuoto, ecco una personalissima posizione anche piuttosto estremista in materia di reclutamento e concorsi.
Sulla parte del punto conclusivo [IIR] che non riguarda questo item ma le norme elettorali, non sono d'accordo. Preferisco il modello attuale. Elettorato attivo ampio, elettorato passivo legato a posizioni permanenti, o quanto meno di durata superiore al mandato.
Una diversa considerazione si potrebbe avere per i membri di intere strutture universitarie in qualche modo associate all'INAF, descritto sotto alla voce "Sezioni"
Per chi non sapesse cosa sono ecco i siti
CRUI e
RIAA.
Confesso che mentre conoscevo la Conferenza dei Rettori, ho appreso dalla esistenza
della RIAA leggendo la scaletta del GDR. Questo forse la dice lunga sullo stato dei
rapporti ...
Comunque dal sito RIAA appare che essi hanno ricevuto dalla CRUI una
delega ad agire quale interfaccia
con INAF
PS che brutto nome, mi ricorda i RAEE :-)
La mia opinione sarebbe stata che nel caso (a) sarebbe ovvio avere degli accordi
locali di collaborazione (anche per edilizia e logistica oltre che per ricerca,
alta formazione e didattica), e mi immagino esistano gia'.
In questo caso si sarebbe potuto immaginare che tali accordi prevedessero
una forma di associatura reciproca automatica del personale tra dipartimento e
struttura INAF e viceversa. Qualcosa tipo un "socio istituzionale".
Mentre nei casi (b) sarebbe stata piu' ovvia una associatura personale del personale
universitario a una delle strutture INAF piu' prossime, oppure una associatura
onorifica at-large.
Avrei anche detto che, ferma restando la scarsita' di risorse proprie dell'INAF a
disposizione delle proprie strutture, ed i problemi esistenti dovuti al numero
a volte sovrabbondante di strutture INAF nella stessa citta' o area (ma dove la
non-colocazione non facilita la collaborazione quotidiana), non fosse ne' auspicabile
ne' praticabile la creazione di un ulteriore tipo di strutture INAF quali delle
sezioni universitarie.
Per dirla molto chiaramente, non credo che ci possiamo permettere (non essendo una
Agenzia e non avendo abbastanza soldi per noi) di dare finanziamenti ad altri, ne'
tantomeno di procurare personale tecnico di supporto o distaccare personale TI, TD
o non strutturato presso altri.
Al massimo avrei pensato a una "associatura istituzionale", ossia che tutto il
personale di una struttura universitaria co-locata o prossima a una struttura INAF
ottenesse ex-officio l'associatura.
E a forme di accordi per la alta formazione (tesi magistrali e tesi di dottorato),
oltre ovviamente a collaborazioni scientifiche libere o entro particolari progetti.
La scoperta della esistenza delle Sezioni RIAA mi indica che "gli universitari (o parte di essi) si sono gia' arrangiati a coordinarsi tra loro", e quindi mi conferma nelle idee di cui sopra.
Per quanto riguarda enti italiani (ASI, INFN e la RIAA di cui sopra ?) direi che in certi contesti potrebbe anche essere auspicabile uno "scambio di rappresentanti" in qualche struttura (mi pare il CD INFN avesse ex-officio un membro CNR e uno ENEA) ma ho il sospetto che questa cosa "marchi male" per il governo (per ignoranza loro, credo che pensino che un membro abbia emolumenti o gettoni di presenza e quindi sia un costo da tagliare). Bisognerebbe salvarsi con qualche clausola "no exchange of funds".
Infine potrebbe essere bello prevedere il coinvolgimento di stranieri in cose tipo Visiting Committee (ma ancora occhio ai costi) ma non mi e' chiaro come questo vada in conflitto con i dettami della legge in materia di valutazione (ANVUR etc.).